Arriviamo al Sabiha Gokcen alle 18.30 e raggiungiamo il centro di Istanbul con il bus diretto della Havatas (14 TL) che in un'ora ci porta dietro piazza Taksim, nella Istanbul moderna.
Da qui ci incamminiamo su Istiklal Caddesi, viale pedonale affollatissimo su cui si affacciano tantissimi negozi, ristoranti, caffè e pasticcerie e al cui centro passa un piccolo tram d'epoca rossa. Con una piacevole passeggiata arriviamo sotto la torre di Galata illuminata, procediamo tra negozi di kebab, bancarelle di frutta e piccoli bar fino al ponte di galata e con grande sorpresa scopriamo che tanti pescatori sono ancora lì nonostante il buio e il freddo.
In poco più di due ore, tra soste fotografiche e culinarie, siamo arrivati a Sultanhamet, il quartiere in cui si trova il nostro albergo ma soprattutto in cui la moschea nuova, la moschea blu e aya sofia si mostrano illuminate da lasciare senza fiato. Compriamo la istanbul kart (10 TL) che ricarichiamo con 50 TL e che useremo per tutti i mezzi di trasporto (tram, funicolari, traghetti).
venerdi 6 marzo 2015
Sveglia presto per evitare le famose file chilometriche davanti la moschea blu ma oggi l’apertura è alle 13.30 quindi iniziamo la giornata visitando la cisterna di Yerebatan (20 TL), molto suggestiva e assolutamente da vedere, e dopo pochi passi raggiungiamo la gigantesca Aya Sofia (30 TL), con una mastodontica cupola e quei medaglioni in legno che ci lasciano decisamente perplessi.
Con una breve passeggiata arriviamo nel parco di Gulhane, dove purtroppo ancora non sono sbocciati i tulipani, diamo uno sguardo rapido al palazzo Topkapi che abbiamo deciso di non visitare e via verso il gran bazar. Si potrebbe tranquillamente trascorrere una giornata intera in questo mercato coperto tante sono le botteghe presenti ma noi torniamo presto verso la moschea blu dove ci attende una fila di almeno venti minuti prima di entrare, rigorosamente con la testa coperta e senza scarpe. Decisamente meno blu di come me la immaginavo, questa moschea non mi colpisce più di tanto, i troppi turisti poco rispettosi rovinano l'atmosfera.
Molto più interessante la moschea di Fatih che raggiungiamo con il tram fino ad Akasary e una passeggiata tra le vie di questo quartiere considerato il più conservatore della città. All'esterno della moschea ci sono decine e decine di persone che si apprestano ad entrare per la preghiera, noi ci confondiamo tra loro e possiamo così respirare una reale atmosfera solenne, purtroppo breve dato che ben presto mi invitano ad uscire poiché le donne devono occupare un'area a loro riservata. Questo quartiere ci consente di osservare da vicino la vita quotidiana, i bambini che escono da scuola, le signore che fanno la spesa, i vecchietti seduti ai tavolini dei bar intenti a giocare a carte...uno scorcio molto interessante sulla realtà di istanbul.
Costeggiamo l'acquedotto di valente e la strada trafficata che lo attraversa e con il tram torniamo verso Eminonu, il porto da cui partono i traghetti per la sponda orientale. Dopo 15 minuti di navigazione arriviamo al porto di Uskudar e passeggiamo sul lungomare fino a Salacak dove ci sediamo su gradoni che si spingono fino al mare coperti di cuscini e sorseggiamo un cay bollente aspettando il tramonto.
La vista sulla torre di leandro e sul profilo occidentale di Istanbul è meravigliosa, una delle più belle mai viste finora. Tornando verso il porto ci imbattiamo in due moschee affacciate sul mare magicamente illuminate, con il buio questa città si anima ancora di più. Dal porto di Eminonu bastano pochi passi per raggiungere le bancarelle che cucinano sulla griglia i filetti di sgombro e li servono in un panino con insalata e succo di limone (6 TL); io non mangio pesce quindi decido di assaggiare il salgam, succo di rapa acida venduto nei vicini banchetti di sottaceti (2 TL), decisamente particolare.
Una occhiata rapida al mercato del pesce con tante bancarelle che vendono pesce fresco ma anche spiedini fritti al momento, cozze ripiene di riso, frutta e verdura e poi saliamo sulla funicolare che porta a piazza Tunel e da qui fino a Iskital Caddesi dove festeggiamo il mio compleanno con i dolci buonissimi della pasticceria Mado.
sabato 7 marzo 2015
Giornata fredda e piovosa quindi l'idea di raggiungere la fortezza rumeli sfuma; ancora una volta raggiungiamo eminonu e navighiamo 35 minuti lungo il corno d'oro fino a Eyup dove sorge la moschea del grande Eyup, luogo profondamente sacro ai musulmani.
Il suono del richiamo del muezzin crea un'atmosfera molto suggestiva, all'interno tanti uomini e bambini pregano nella sala centrale mentre le donne salgano le scale interne per spostarsi nella parte superiore; non ci sono turisti quindi non passiamo certo inosservati e mi invitano a spostarmi nella zona riservata alle donne. Il quartiere si sviluppa intorno alla moschea con negozi, bancarelle, botteghe in cui i prezzi sono veramente i più bassi visti finora e le difficoltà linguistiche sono grandi.
Costeggiamo le mura teodosiane fino al tratto finale che può essere percorso a piedi; superando il senso di vertigine e la paura di arrampicarsi su scalini improbabili è possibile godersi un panorama meraviglioso sul corno d’oro
Continuiamo a camminare fino ai quartieri Balat, dove due sinagoghe testimoniano la presenza di una comunità ebraica, e Fener, abitato da greci-ortodossi; entrambi sono caratterizzati da vecchie case in legno, scalinate che salgono la collina, vicoli stretti e negozietti di ogni genere: anche qui una finestra aperta sulla vita quotidiana della città.
Ho letto da qualche parte che è consigliabile raggiungere questi due quartieri accompagnati da una guida; sinceramente non sono d’accordo, non ci sentiamo in pericolo neanche un attimo, le donne coperte dai chador neri sembrano diffidenti ma gli uomini ci accolgono con un sorriso aiutandoci a gesti ad orientarci nella zona (non è per niente facile!). Con un autobus raggiungiamo Eminonu, un giro rapido all'interno del bazar delle spezie e via di nuovo su un traghetto, stavolta navighiamo lungo il bosforo in direzione Ortakoy.
Ho scelto di concludere il nostro viaggio in questo quartiere perché è giustamente considerato il più romantico di Istanbul, oltre che l’unico in cui si può mangiare la tipica kumpir, patata ripiena di qualunque cosa si possa immaginare, in assoluto il piatto che ho preferito ad Istanbul. Di fianco al porto si trova una piccola ed elegante moschea che contrasta con il moderno ponte sul bosforo alle sue spalle mentre di fronte c’è una piccola piazza piena di gente, una vera immagine da cartolina.
Saliamo sul bus per tornare in centro, compriamo scorte di cay e i tipici bicchieri a forma di tulipano in cui servirlo, scattiamo le ultime foto alla moschea blu magicamente illuminata e salutiamo questa incantevole città…in bilico tra oriente ed occidente, antico e moderno, elegante e fatiscente, dolce e salato…una vera sorpresa!!!