Itinerario:
1^ PARTE:Trelew, Penìnsula Valdès, Punta Loma, Cabo dos Bahìas, Punta Tombo
2^ PARTE:El Calafate, El Chaltèn, escursioni per Fitz Roy, Cerro Torre, Glaciar Perito Moreno, Parque Nacional Torres del Paine, Punta Arenas, escursione”Whalesound”per whalewatching Isla Carlos 3°,Tierra Del Fuego,Ushuaia
19 dicembre – Milano,Madrid,Buenos Aires
Nonostante la prima nevicata”seria”,il nostro aereo da Milano-Linate per Madrid parte con solo 1h di ritardo,alle 9:20. Alle 11:25 siamo all’aeroporto Barajas di Madrid…Enorme,di corsa raggiungiamo il gate (stanno già imbarcando);fortunatamente è in ritardo anche questo volo. Alle 13:15 decolliamo;circa 12h di volo. Arriviamo a Buenos Aires (aeroporto Ezeiza) alle 21:40;la vista dal finestrino della metropoli tutta illuminata è spettacolare!!! Per prima cosa andiamo a scambiare i soldi al “Banco della Nacion Argentina”all’interno dell’aeroporto; scambiamo € in contanti sia con $ argentini (AR$),e un po’ con $ cileni (CL$). Poi facciamo il biglietto al vicino sportello “Tienda Leòn” per il bus per il trasferimento all’altro aeroporto (l’Aeroparque, quello dei voli nazionali). La corsa è a mezzanotte e dura 45 minuti. 20 dicembre – Buenos Aires,Trelew,Penìnsula Valdès (Puèrto Piràmides,Caleta Valdès,Punta Norte) Qualche ora di sonno sul freddo pavimento dell’Aeroparque (…),e alle 5 :30 siamo di nuovo in volo,verso la Patagonia! In 1h e mezza siamo a Trelew…Aeroporto minuscolo nel bel mezzo del niente;già dalla vista dall’aereo si può capire quanto questa terra sia desertica e sconfinata. Ritiriamo la macchina prenotata molti mesi prima con una nota agenzia di autonoleggio;ci danno una Wolfswagen Gol (sì,”Gol”,e non “Golf”…è un modello che da noi non c’è),scassatissima…Niente chiusura centralizzata,finestrini a manovella,botte e graffi un po’ qua e un po’ là…Vabbeh,l’importante è che vada! Seguiamo la RN3 e poi la 2 per la Penìnsula Valdès;è una riserva naturale e si paga l’ingresso(c’è una specie di casello): 45 AR$ a persona e 5 AR$ per l’auto. Raggiungiamo il paese principale della penisola,Puerto Piràmides. E’ un piccolo paese che da su una baia,e che vive soprattutto grazie al turismo;ci sono infatti molte agenzie per il whale-watching,visto che in questa zona per alcuni mesi all’anno si può trovare la balena franco-australe. Solitamente si può avvistare fino a metà dicembre,ma siamo fortunati perché in questi giorni c’è ancora una balena col suo cucciolo. Andiamo con”Tito Bottazzi”,uscita in gommone della durata di 1h e mezza. Inizialmente ci portano a vedere una colonia di leoni marini, poi, quando oramai stavamo perdendo le speranze,avvistiamo la balena col suo piccolo. Ci avviciniamo a loro…sono enormi! Ci passano anche sotto al gommone…Meravigliose,sembrano due angeli! Per non parlare poi del paradiso naturale che ci circonda,di due colori:l’azzurro del cielo e dell’acqua,e il marroncino di tutta la terra desertica intorno. Esperienza bellissima…Ma non ci siamo messi la crema solare e siamo scottati (furboni!).
Andiamo poi al campeggio municipale a piantare la tenda per la notte (20 AR$ a testa per notte)…Sembra un campo profughi! Vecchissime roulotte arrugginite,resti di automobili,tendoni polverosi e cani sciolti…Ma in fondo tutto questo ha un suo fascino! Andiamo poi verso Caleta Valdès…Siamo solo noi,la strada sterrata,e un cielo sconfinato! Ogni tanto qualche guanaco o qualche pecora attraversa…Intorno solo steppa patagonica e qualche estancia ogni tanto. Ci fermiamo ad un cartello che indica una colonia di pinguini di Magellano. Sono carinissimi! Li vediamo da vicinissimo,a prendere il sole fuori dalle loro tane,e ci sono anche dei piccoli. Anche la spiaggia più giù è affollata da queste creature! Proseguiamo sulla 47 per Punta Cantor;qui c’è una colonia di elefanti marini (in questo periodo ci sono solo le femmine coi cuccioli),e un percorso da seguire,ma lo faremo domani. Poi andiamo a Punta Norte…Presente tutti quei documentari dove si vedono le orche che vengono fino alla spiaggia per attaccare i leoni marini e mangiarsi qualche cucciolo sfortunato? Ecco,sono stati tutti filmati qui! Ma,anche se il guardaparco (che intanto ci offre un po’ del suo mate) ci dice di aver avvistato delle orche il pomeriggio precedente,noi vediamo solo leoni marini. Sono tutti a prendere il sole in spiaggia;li si può osservare solo a distanza. Sono buffi nelle loro movenze e nei loro versi…Sembrano proprio dei leoni! Torniamo a Puerto Piràmides,dove facciamo benzina (accettano solo contanti,e costa circa 0,50 €/l). Doccia poi cena alla “Pietra Gaucha”:cordero asado ad ltranza,con antipasti di ogni tipo,e una bella bottiglia di vino rosso (160 AR$ in due). Abbrustoliti dal sole e cotti per l’intensa giornata,andiamo a dormire.Oggi percorsi 400 km.
21 dicembre – Penìnsula Valdès (Punta Piràmides, Punta Delgada, Punta Cantor, Punta Norte)
Andiamo a vedere la “loberia”(colonia di leoni marini) di Punta Piràmides,poco fuori dal paese;poi prendiamo la 2 per Punta Delgada. Dalla strada vediamo le due saline della penisola (Salina Grande e Salina Chica…qui siamo 42m sotto il livello del mare!),che sembrano dei laghi bianchi. A Punta Delgada altra colonia di elefanti marini (anche qui solo femmine e cuccioli). Proseguiamo sulla 47 per tornare a Punta Cantor e passeggiare con calma lungo il sentiero indicato e illustrato da cartelli su flora e fauna del posto. Arriviamo ad un mirador sulla Caleta Valdès,e torniamo indietro. Qui c’è anche un ristorante self-service. Torniamo anche a Punta Norte nella speranza di vedere le orche. Ci restiamo un bel po’,ma niente da fare. Fa niente,i leoni marini sono comunque belli da osservare! Torniamo a Puerto Piràmides,e ci rilassiamo seduti fuori da un bar con una birra (qui vendono le bottiglie da 1l,non meno…). La sera ceniamo nel ristorante di un hotel di fronte allo scheletro di balena esposto in paese. Prima di andare a dormire,un’occhiatina alle stelle in spiaggia,davanti al campeggio. Oggi percorsi 267 km.
22 dicembre – Punta Loma, Trelew, Uszudùn, Cabo dos Bahìas, Camarones
Lasciamo la Penìnsula Valdès proseguendo sulla 2 per Puerto Madryn. Da qui ancora strada sterrata per Punta Loma,area naturale protetta dove c’è un’ennesima colonia di leoni marini (ingresso 25 AR$ a testa). Carina. Torniamo verso Puerto Madryn…Nelle strade si vede di tutto,vecchie macchine scassate che vanno con le portiere aperte, o coi vetri rotti, o senza targa. E la segnaletica stradale non viene molto rispettata,bisogna stare attenti! Prendiamo la RN3 proseguendo verso sud. Inizialmente il terreno è tutto piatto,poi comincia qualche su e giù. La vegetazione (cespugli secchi) è sempre bassa,e la terra brulla e polverosa. Poi di nuovo tutto piatto. Ci fermiamo ad Uszudùn per pranzare..Un paese composto da 3 case di numero e una stazione di benzina nel mezzo del niente. Qui facciamo il pieno e mangiamo due panini. Sembra di essere in un film,in mezzo al deserto! Più avanti deviamo sulla strada per Camarones,e prima del paese prendiamo un’altra strada sterrata per Cabo dos Bahìas,un’altra area naturale protetta (ingresso 20 AR$ a testa) dove c’è una bellissima pinguinera (colonia di pinguini di Magellano). Siamo solo noi e centinaia di pinguini sparsi ovunque;e ovunque ci sono tane scavate nel terreno o sotto ai cespugli. Tanti pinguini fanno avanti e indietro dalla spiaggia per sfamare i piccoli,e fanno versi come il raglio dell’asino. Stiamo ad osservarli un bel po’senza disturbarli;sono spettacolari! Questa colonia meritava proprio di essere vista. Intanto a causa delle strade polverose,ci si sono bloccate le serrature di entrambe le portiere dell’auto (3 porte).. Per fortuna il bagagliaio si apre! Torniamo a Camarones..paese apparentemente”morto”,ma a cui non manca nulla. Ci sistemiamo nel campeggio vicino all’ufficio informazioni (36 AR$);fa anche da bar e ristorante,infatti ceniamo lì. Il gestore,gentilissimo,ci risolve il problema delle portiere con lo Svitol. Andiamo anche al “ciber”(l’internet point)per fare il check-in on line per il volo del 24 dicembre. Oggi percorsi 533 km.
23 dicembre – Punta Tombo, Trelew
Prendiamo la RP1 verso nord,direzione Cabo Raso…Tutto sterrato,destinazione Punta Tombo. Qui c’è la pinguinera più famosa e grande del Sudamerica;anche questa è area naturale protetta (36 AR$ a testa). Bella, ma qui c’è molta gente e i pinguini sono molto dispersi rispetto alla colonia di Cabo dos Bahìas, che ci è piaciuta di più. Pranziamo lì al bar con un panino,poi di nuovo in strada direzione Rawson. Lo sterrato è sempre più soporifero e monotono…Diamo un’occhiatina alla lunga Playa Uniòn,classica spiaggia da località balneare;è nuvoloso e non c’è in giro quasi nessuno. Andiamo poi a Trelew…non troviamo campeggi,allora andiamo in un ostello fuori dal centro (55 AR$ per una doppia con bagno in comune). A piedi giriamo per la città;ceniamo in un ristorante che ha come menù a prezzo fisso parilla & buffet…Peccato che la carne cominciano a cuocerla molto tardi,in più non è neanche granchè (stavolta ci è andata male!). Torniamo in ostello a richiudere le valigie per domani,e a dormire. Oggi percorsi 363 km.
24 dicembre – El Calafate, El Chaltèn
Ci dirigiamo verso l’aeroporto di Trelew, facendo prima benzina per restituire l’auto col pieno,come da contratto. E paghiamo i km fatti in più rispetto ai 200 km al giorno stabiliti (noi in totale ne abbiamo fatti 1571). Fortunatamente Andrea parla spagnolo,perché l’impiegata dell’autonoleggio non sa nessun’altra lingua a parte la sua… Check-in (intanto arriva anche una comitiva di italiani…),e tassa aeroportuale di 17,55 AR$ a testa. Decolliamo alle 9:20,con tre quarti d’ora di ritardo,ma dopo circa 2h atterriamo a El Calafate con solo un quarto d’ora di ritardo. Anche stavolta la vista dall’aereo è spettacolare:ancora il contrasto del colore della terra arida con un turchese quasi fosforescente dei tanti laghi e fiumi tortuosi che la attraversano! Ritiriamo la macchina a noleggio;stavolta ci va un po’ meglio:ci danno una Clio 5 porte,sempre senza chiusura centralizzata e coi finestrini a manovella,ma più comoda e messa meglio della precedente Gol! Percorriamo i 23 Km che mancano al paese;alla sua entrata c’è una specie di posto di polizia dove vengono controllati i veicoli in entrata ed uscita,ma i turisti li fanno passare tranquillamente. El Calafate è più grande di come lo immaginavamo,e grazie al turismo c’è anche molta vita. Andiamo all’ufficio informazioni a raccattare qualche cartina,poi passiamo dall’agenzia “Hielo y aventura” per prenotare un’escursione sul Perito Moreno per il giorno 27(“Big Ice”,650 AR$ a testa). Poi troviamo di fortuna una bomboletta di gas per il nostro fornelletto in un piccolo negozio di articoli da campeggio (le avevano esaurite quasi tutti!). Ripartiamo diretti a El Chaltèn, percorrendo così un pezzo della Ruta 40;si vede il Lago Argentino,ed è fantastico! Il paesaggio passa da desertico a montano. In lontananza le Ande. Costeggiamo poi il Lago Viedma sulla 23 (si può vedere anche il ghiacciaio omonimo). Arrivati a El Chaltèn ci fermiamo dalla guardia forestale per sapere le previsioni del tempo per domani,visto che vorremmo camminare…Un po’ di pioggia,pazienza. Piantiamo la tenda al campeggio “El Relincho”(20 AR$ a testa più 10 AR$ per l’auto),quasi alla fine del paese. C’è un vento fortissimo e pioviggina,e facciamo fatica con la tenda,nonostante la staccionata di protezione. L’altro giorno eravamo sotto il sole cocente in maniche corte (alla Penìnsula Valdès),ora invece con la giacca a vento! Il paese è piccolo,ed è evidente che esiste per fare da base agli appassionati e “malati”di trekking che giungono qui da ogni parte del mondo. Siamo infatti nel Parque Nacional Los Glaciares,e in particolare da qui si possono andare a vedere le famosissime vette del Fitz Roy e Cerro Torre. Prepariamo gli zaini per la camminata di domani. Ceniamo a “La Casita”,di fronte al campeggio;ristorante spartano ma ottimo (finalmente una”parillada de cordero”come Dio comanda…e pure i cannelloni ripieni sono buonissimi…più insalata,vino e dolce per soli 144 AR$ in due!). Andiamo a dormire nella tenda scossa dalle raffiche di vento…Aiuto! Oggi percorsi 247 km.
25 dicembre – Sentiero per la Laguna de Los Tres (Fitz Roy)
Un Natale alternativo…Oggi si va alla Laguna de Los Tres,un piccolo laghetto in quota da dove si ha un’ottimale vista del Cerro Fitz Roy. Quindi colazione fai da te alla”cucina”del campeggio (una baracca all’aperto),e si parte. Pioviggina ma almeno non c’è il ventaccio di ieri.Il sentiero parte dal Campamento Madsen,alla fine del paese. Si comincia un po’ a salire,e si può vedere El Chaltèn nel suo insieme. Seguiamo un po’ la nostra guida (“Trekking in Patagonia”,Lonely Planet) e le indicazioni dei cartelli. Si passa un po’ in mezzo al bosco,un po’in mezzo ai prati,un po’ terra,pozzanghere,fiumiciattoli con ponticelli di legno,sassi…Incontriamo molte persone,salutiamo tutti,coi più simpatici ci scambiamo anche gli auguri…Però tanti fanno quasi paura.. Sembrano macchine programmate per camminare con lo scopo di raggiungere a testa bassa la meta nel minor tempo possibile,senza neanche guardare che paradiso hanno intorno… Noi che non siamo”professionisti”del trekking andiamo al nostro passo,facciamo soste per guardarci intorno,o per scattare foto… Prima o poi arriveremo anche noi,tanto qui fa buio tardi! Quasi tutto il sentiero non è difficoltoso.. Sì,lunghino (12,5 km solo andata),ma in fondo si tratta in totale di 750m di dislivello…Peccato che però di questi 750, 400m di dislivello sono tutti concentrati negli ultimi 500m di sentiero!!! Massacrante.. tra l’altro tutto di terra e sassi! Seguiamo i paletti gialli,che sembrano non finire più,e finalmente appena scavallata la cima ecco sotto di noi la Laguna de Los Tres (un laghettino in parte ghiacciato),e di fronte la cima del Fitz Roy…Coperto da una nuvola,ma non fa niente. Siamo in un angolino di mondo incastonato tra le montagne veramente bello. Ma fa un freddo cane e nevischiola,e tira vento,quindi ci mangiamo il nostro panino e riprendiamo in fretta la via del ritorno. Ripercorriamo così lo stesso sentiero dell’andata,e abbiamo anche la fortuna di vedere due picchi da vicino..Il”picchio di Magellano”,un maschio e una femmina,uno nero con la testa rossa,e l’altro il contrario. Intanto a tratti nevica ancora. Arriviamo a El Chaltèn praticamente stravolti… Una sacrosanta doccia calda al campeggio,e una sacrosanta cena di nuovo a “La Casista”. Soddisfatti della faticosa ma ripagante giornata,ci addormentiamo come sassi.
26 dicembre – Sentiero per il Mirador del Cerro Torre, El Calafate
Stamattina seguiamo il sentiero per la Laguna Torre;ne faremo solo un pezzo per arrivare al Mirador del Cerro Torre. Solo la prima parte è un po’ ripida,poi prosegue tranquillo. In un’oretta siamo al Mirador. Di fronte a noi una bella nuvolona bianca,e dietro il Cerro Torre (…basta avere un po’ d’immaginazione…). Intanto un po’ esce sole,un po’ pioviggina,un po’ nevica. Con molta calma torniamo indietro,pranziamo presto,facciamo benzina e ripartiamo in macchina per tornare a El Calafate,ripercorrendo la stessa strada fatta all’andata. Ed ecco che,finalmente,vediamo il primo condor! Lo notiamo dall’auto,e ci fermiamo per osservarlo…Vola molto alto ma è spettacolare,leggero e maestoso allo stesso tempo. A El Calafate facciamo di nuovo benzina,e ci sistemiamo al camping “El Ovejero”. Quindi andiamo in centro a piedi;un po’ di spesa al supermercato,qualche souvenir,e addocchiamo un ristorante per la cena (“Rick’s-Parilla Azador”). Fortunatamente ci sediamo presto per cenare,perché il paese è strapieno di turisti e presto anche fuori dal nostro ristorante si forma una coda di persone…Mangiamo bene anche qui,anche se la carne comincia un po’ ad uscirci dagli occhi!!! Poi a nanna,domani si va sul Perito Moreno! Oggi percorsi 214 km.
27 dicembre – Escursione “Big Ice” sul Glaciar Perito Moreno
Alle 7:00 siamo fuori dall’ufficio di “Hielo y aventura”;passa il pullman a caricarci,e passa a caricare tutti gli altri partecipanti all’escursione presso le loro sistemazioni. A bordo c’è una guida che durante il tragitto ci parla del ghiacciaio e della flora di questa zona della Patagonia. Paghiamo l’ingresso al parco (è sempre il Parque Nacional Los Glaciares,sale sul pullman il guardaparco,60 AR$ a testa). Più avanti comincia a vedersi il famosissimo ghiacciaio Perito Moreno già dalla strada. E’ strano,l’abbiamo visto così tante volte in televisione,che essergli veramente davanti non sembra vero…Invece eccolo qui!!! Prima ci lasciano 1h per vederlo dalle passerelle (c’è un percorso,con 4 terrazze). E’ impressionante sentire il rumore del ghiaccio che si spacca e crolla in acqua (e che acqua…quella del Lago Argentino!);vediamo solo piccoli pezzi,ma fanno il boato come un temporale…maestoso,spettacolare! Da starci altro che 1h!!! Poi il pullman ci porta a prendere l’imbarcazione per il Brazo Rico (una diramazione del Lago Argentino);in 15 minuti siamo al punto di partenza per l’escursione. Qui ci affidano ad un’altra guida che ci conduce lungo il sentiero che costeggia il ghiacciaio (circa tre quarti d’ora di cammino). Ci danno i ramponi (e ce li mettono su) e ci fanno infilare un’imbracatura,penso solo per sicurezza,perché non verrà utilizzata per niente. Ci dividono in gruppetti da circa 10 persone,ed ogni gruppetto comincia la sua escursione sul ghiaccio accompagnata da 2 guide. Il tempo di familiarizzare coi ramponi. Comincia così la”passeggiata”di circa 4h sul Perito Moreno. Vediamo crepacci colmi di acqua,dalle mille sfumature blu,alcuni impressionanti…In alcuni passaggi dobbiamo scavalcare profonde spaccature del ghiaccio…Per fortuna c’è la guida che mi da la manina! Facciamo una sosta per pranzare sul ghiaccio;oggi è una bella giornata di sole,ma ogni tanto nevischiola. Poi torniamo indietro seguendo un altro percorso,e vediamo anche una cascata in un’altra spaccatura nel ghiaccio. Veramente bello. Tornati a terra,togliamo i ramponi e ci sentiamo più leggeri! Restituiamo anche l’imbracatura e torniamo verso la nostra imbarcazione. A bordo ci offrono del whisky scozzese col ghiaccio del Perito Moreno,e degli alfajores (dolcetti tipo tortini al cioccolato),per concludere in bellezza quest’esperienza. Sul pullman per il ritorno a El Calafate si passa dall’entusiasmo e la caciara generale,al silenzio più completo:tutti addormentati come sassi!!! Ci lasciano in centro paese;andiamo al campeggio a fare una bella doccia rigenerante e a preparare la macchina per l’attraversamento di domani della dogana (si va in Cile!). Stasera ci diamo alla pasta. E anche questa è fatta!
28 dicembre – Passaggio in Cile, Parque Nacional Torres del Paine
Ci alziamo molto presto. Di nuovo in macchina,percorriamo la 11 e poi un altro pezzo della Ruta 40. Incontri per la strada:lepri,rapaci,guanachi,volpi e nandù…e forse qualche auto. Ad Esperanza facciamo benzina Proseguiamo sulla 7 e poi seguiamo il cartello per Cancha Carrera. Dopo qualche km eccoci alla dogana argentina;nonostante la levataccia per evitare casino,davanti a noi c’è un intero pullman,e ci tocca metterci in fila dietro a tutte le persone. Ci timbrano passaporti e documento dell’auto. Risaliti in macchina riusciamo fortunatamente a superare il pullman e ad arrivare soli a Cerro Castillo,alla dogana cilena. Qui ci fanno compilare 2 fogli e ci controllano il bagagliaio;infatti non si possono introdurre in Cile generi alimentari freschi e carne. Noi abbiamo una busta di salame affettato ancora sigillata,ma ce la sequestrano comunque. Siamo in Cile!!! Seguiamo per il Lago Sarmiento;arrivati alla porterai Laguna Amarga,paghiamo l’ingresso al Parque Nacional Torres del Paine (15000 CL$ a testa,e ci danno una bella cartina del parco con segnati tutti i sentieri). Tutte le strade qui sono sterrate,e il parco è molto grande. Già dietro le nuvole si intravedono le tre famose cime del massiccio Paine,le Torres del Paine appunto,che danno il nome al parco. Proseguendo sulla strada,incontriamo diversi laghi,alcuni di un turchese biancastro fosforescente spettacolare,come il lago Nordenskjold e il lago Pehoè,dove c’è il campeggio verso cui siamo diretti. Paghiamo già per 3 notti (24000 CL$ in totale);è bello perché ti affidano una specie di capannina aperta su 2 lati,sotto la quale piantare la tenda,al riparo dalla pioggia e dal vento;e per ognuno c’è un tavolo con panche di legno e un angolo in terra se si vuole fare un fuoco per cucinare. Ci mettono in una posizione privilegiata,perchè proprio di fronte a noi si ha una bellissima vista del Macizo Paine.
Nel pomeriggio andiamo a vedere la cascata Salto Grande,e da lì percorriamo il facile sentiero (1h circa) per il Mirador Los Cuernos,un punto panoramico davanti al lago Nordenskjold dal quale si possono ammirare i”corni”del Macizo Paine;le Torres rimangono dietro e non si vedono,ma tanto le vedremo domani. Poi in un paio di punti il sentiero costeggia il lago,e si può andare nella spiaggetta nera dove vi sono resti di rami bianchi fossilizzati. La sera siamo”costretti”a cenare al ristorante vicino al campeggio;in zona non ci sono negozi di alimentari,e con la macchina bisognerebbe andare chissà dove…Su questo il parco un po’ pecca;a saperlo avremmo fatto scorte appena varcata la dogana. Al ristorante (strapieno) ci sono 4 menù a prezzo fisso (o manzo,o vitello,o pollo,o salmone…in media sui 15000 CL$),senza tante alternative;ma ci sono anche delle buone bottiglie di vino rosso cileno…E riusciamo anche a farci dare delle fette di formaggio per riuscire a farci dei panini per domani (affettato non ne hanno);meglio di niente! Prepariamo i panini e gli zaini,e andiamo a dormire. Oggi percorsi 405 km.
29 dicembre – Sentiero per il Mirador Las Torres
La notte è stata piuttosto fredda. Colazione con vista panoramica,poi in auto andiamo all’Hosteria Las Torres,da cui parte il sentiero che faremo oggi. Il primo pezzo è una salita continua,con un dislivello di più di 500m,abbastanza faticosa. Poi una leggera discesa verso il Campamento Chileno. Alla nostra destra la montagna scende in una gola a “V”dove scorre un fiume. Al campamento questo fiume lo attraversiamo,e comincia il bosco. A zig-zag attraversiamo corsi d’acqua,andando di nuovo pian piano in salita. Arriviamo poi al Campamento Torres:da qui comincia la scarpinata finale lungo la morena. Inizialmente siamo ancora in mezzo alla boscaglia,e ci sono grossi massi;poi più avanti è solo una pietraia molto ripida. Seguiamo i paletti arancioni,e dopo una bella faticata (ma molto più leggera rispetto a quella per la Laguna de Los Tres!) arriviamo in cima. Abbiamo percorso 9,5 km,e ci abbiamo impiegato circa 3h e mezza,andando con calma. Ci si presenta davanti agli occhi uno scenario magnifico:le tre Torres del Paine,e ai loro piedi una fantastica laguna verde. Stavolta le nuvole sono clementi e ci permettono di vedere quasi per intero tutti e tre i picchi. Questo spettacolo è veramente imperdibile. La laguna illuminata dal sole prende un colore ancora più bello;scendiamo tra le pietre fino all’acqua,e pranziamo coi nostri panini al formaggio… Questo posto ci trasmette un piacevole senso di pace. Ci restiamo un paio d’ore;tira vento,ma sotto al sole si sta benissimo! Siamo stati fortunati anche per la bella giornata.
Torniamo quindi indietro…Fare la pietraia in discesa è peggio che farla in salita,perché si rischia facilmente di scivolare con tutti questi sassi! Poi di nuovo il bosco e il fianco della montagna,fino a valle. In 3h siamo indietro. Al parcheggio dell’Hosteria Las Torres c’è un piccolo chiosco che vende qualcosina di alimentari…Compriamo una scatoletta di tonno e una lattina di funghi per sopravvivere anche al pranzo di domani;più delle patatine e delle lattine di”Cerveza Austral”. Birra e patatine con cui ci rifocilliamo al ritorno in campeggio sono buonissime…ma il tonno e i funghi,che scopriremo essere in acqua e non sottolio,e insipidi,fanno venire il ribrezzo!!! Facciamo una doccia e prepariamo gli schifosissimi panini tonno e funghi per domani…Intanto,a pochi metri dal nostro tavolo, passa indisturbata una volpe. E nel cielo vediamo volteggiarsi nell’aria ben tre condor. Infatti dal campeggio si può vedere la collina dove ci sono i loro nidi;non a caso in cima a quella collina c’è il Mirador Condor,che andremo a vedere domani. Ceniamo di nuovo al ristorante vicino al campeggio. Prima di andare a dormire la giornata ci regala un altro spettacolo:il tramonto sul Macizo Paine,con il cielo sgombero da nuvole e una bella luna a completare questa cartolina! Oggi percorsi 70 km.
30 dicembre – Sentiero per il Mirador Condor,sentiero per il Mirador Cuernos
Direttamente a piedi dal campeggio andiamo a prendere il vicino sentiero per il Mirador Condor. 50 minuti di salita abbastanza ripida,a tratti in mezzo all’erba alta,e l’ultimo pezzo di terra e sassi. Siamo in cima alla collina,e poco sotto di noi (ma non si vedono) ci sono i nidi dei condor. Intanto arrivano altre persone,ma inizialmente da ammirare c’è solo il bel panorama. Poi improvvisamente ecco liberarsi nell’aria 4 condor…Volteggiano sopra di noi con la grazia e la possenza che gli appartengono. Sono abbastanza vicini che possiamo sentire il rumore dell’aria tagliata dalle loro ali. Questo per una decina di minuti…poi uno ad uno si allontanano sempre più fino a scomparire dalla nostra vista. Rimaniamo lì ancora un po’ per vedere se tornano,intanto ci godiamo il sole,ma dei condor non c’è più nessuna traccia. Infine riscendiamo il sentiero. Siamo contenti di averli visti!!! Torniamo al tavolo del campeggio a mangiare i nostri schifosissimi panini (…)
Come l’altroieri poi torniamo di nuovo alla cascata Salto Grande per fare ancora il sentiero per il Mirador Cuernos…In realtà oggi saremmo voluti andare al ghiacciaio Grey per fare un pezzo di sentiero su quel lago,ma gli orari del traghetto erano veramente scomodi e non ce l’avremmo fatta,quindi più che altro stiamo cercando di occupare comunque la giornata. Arrivati al mirador ci sediamo in terra ad ammirare un’ultima volta questo panorama;intanto dalle montagne di fronte cade una piccola valanga;l’eco è spettacolare! Con calma torniamo al campeggio;una sistematina ai bagagli in macchina,doccia e cena. E’ l’ultima notte qui. Oggi percorsi 14 km.
31 dicembre – Punta Arenas,partenza per”Whalesound”(tappa a Cabo San Isidro)
Usciamo dal Parque Nacional Torres Del Paine…e ad un passo dal riprendere la strada asfaltata,buchiamo una gomma…Dopo tutto questo sterrato era da mettere in conto che poteva succedere;per fortuna lo mettono in conto anche i noleggiatori delle auto,infatti nel bagagliaio c’è un pneumatico di scorta come si deve(e non il ruotino);nel nostro caso è una gomma da neve,ma va bene lo stesso (le altre sono normali). Così in mezzo al niente,senza nessuno che passa,con me un po’ in panico,in pochi minuti Andrea sostituisce la ruota bucata,che era proprio a terra. Raggiungiamo Puerto Natales,dove facciamo benzina e cerchiamo un gommista per riparare lo pneumatico bucato (…perchè inizialmente pensiamo non sia coperto da assicurazione,e pensiamo di doverlo restituire integro…poi scopriremo che invece eravamo assicurati anche su questo). Ma qui il gommista apre tra un’ora,quindi proseguiamo fino a Punta Arenas. Intanto il paesaggio intorno è quasi tutto piatto e verde,e la strada asfaltata ma un po’ sconnessa;le abitazioni sono rade e sembrano catapecchie di legno. Arrivati a Punta Arenas troviamo un piccolo gommista che in qualche modo ci ripara la ruota…So solo che ci fa pagare una cavolata,7000 CL$. Mesi fa avevamo trovato su internet il sito di”Whalesound”;una specie di agenzia che propone attività di whale-watching con base in una sperduta isoletta nello stretto di Magellano,presso il Parco Marino Francisco Coloane. Allettati dall’idea,ci eravamo fidati e avevamo prenotato e pagato con bonifico bancario l’uscita dal 31 dicembre al 3 gennaio (in totale 1850 $ americani). Adesso andiamo a verificare che tutto sia a posto,e troviamo l’agenzia,vicina al porto. Ed è tutto in regola! Lasciamo già lì gli zainoni col necessario per l’uscita. Il ritrovo per la partenza è alle 18:00,quindi abbiamo tempo di fare un giretto per la città.
Per l’auto,siamo già d’accordo coi gentilissimi gestori dell’Hostal Victoria (dove dormiremo al rientro dal”Whalesound”,il 3 gennaio),che gliela lasceremo lì,anche perché è carica del materiale da campeggio e del resto dei bagagli. Quindi raggiungiamo l’hostal,lasciamo l’auto come d’accordo,e andiamo in centro a piedi. Punta Arenas è piuttosto grande;molte delle abitazioni sono basse,solo in prossimità del centro ci sono palazzi;in diversi punti,lungo i larghi marciapiedi,ci sono file di piccole bancarelle;ci sono anche diverse gallerie con negozi di ogni genere,molti però chiusi. Raggiungiamo la piazza principale,Plaza Munoz Gamero,al centro della quale si trova la statua di Magellano;alla base vi si trovano diversi personaggi,tra cui un indio…Si dice che se gli si bacia l’alluce,si tornerà a Punta Arenas…Infatti questo particolare della scultura è lucidissimo. Anche in questa piazza ci sono bancarelle,più che altro per turisti. Intanto per sicurezza,visto che veramente in pochi accettano carte di credito,preleviamo dei contanti. Tiriamo le 18:00,e torniamo all’agenzia”Whalesound”per la partenza. Qui conosciamo i nostri compagni di viaggio:2 messicani,2 newyorkesi,2 tedeschi,2 austriaci e 1 svizzero (sembra una barzelletta…),dagli 11 ai 60 anni! Per fortuna nessun italiano… La guida è una ragazzina cilena,e con noi c’è anche Thierry,un quarantenne francese che da pochi anni vive in Cile;è un artista fotografo ma per mantenersi fa un po’ il tuttofare,infatti sarà il nostro cuoco;francese ma simpatico!!!. E’ il primo”viaggio organizzato”che facciamo,speriamo bene (per la convivenza con gli altri). Con un furgoncino,in ¾ d’ora ci portano in una spiaggia fuori città,dove ci imbarchiamo. La piccola barca è comandata da 3 uomini:il capitano,più vecchio,pancia,baffi,occhi azzurri e nessuna parola;un signore più giovane con una tuta blu e un viso che sembra l’indio della statua,e due occhi neri profondi come le sue origini;e l’ultimo,il più giovane,bassottino e con la faccia tonda e simpatica. Li ho descritti perché il Cile non è stato solo i luoghi che abbiamo visto,ma anche i personaggi che abbiamo incontrato…e questi sono particolari!
Partiamo alla volta di Cabo San Isidro,dove faremo tappa per la notte. Si può stare all’interno della barca,o mettere il giubbetto di salvataggio e uscire all’aperto…Noi chiaramente giubbetto addosso e aria in faccia!!! Quasi subito abbiamo la fortuna di vedere dei delfini. In 1h di navigazione raggiungiamo l’Hosteria Faro San Isidro;è un posto raggiungibile solo via mare,e si trovano solo il faro e il lodge dove festeggeremo il Capodanno!!! I gestori ci accolgono calorosamente;ci assegnano le stanze. Prima della cena andiamo a vedere il faro;in acqua vediamo ancora dei delfini. Alle 21:30 ci accomodiamo per la cena,anzi,il cenone. Ci servono un sacco di roba buona,e intanto Andrea grazie al suo spagnolo fa amicizia con Marcelo,gestore e cuoco dell’hosteria…Ci teniamo a far capire che siamo gente come loro,e non ricconi come molti altri partecipanti (senza offesa,ma sono tutti dottori,avvocati,consulenti finanziari…mentre noi siamo al di sotto della media!!!). E lui,gentilissimo,ci invita per un”dopo cena”sul retro dell’hosteria,quando festeggerà tutto il personale. Intanto dalle finestre assistiamo ad uno spettacolo inconsueto:oramai siamo al tramonto,e la luna sorge dal mare;spettacolare! A mezzanotte brindiamo al nuovo anno,con tanto di trombette,cappellini colorati e trenini(…). Nel giro di poco tutti gli altri partecipanti vanno a dormire,io e Andrea invece seguiamo l’invito di Marcelo…Sul retro stanno facendo una bella grigliata di carne,e girano vino e birra. C’è tutto il personale dell’hosteria,Thierry e i 3 uomini della barca. In questa notte ci fa luce la brace,tutti sono allegri e simpatici,e Andrea socializza un po’ con tutti…E’ un momento unico e mi sembra strano esserci dentro:siamo con persone mai viste,fuori dal mondo,ma non siamo mai stati meglio! Questo è il nostro Capodanno,che non scorderemo mai! Intorno alle 2,piuttosto allegrotti anche per il vino,andiamo a dormire anche noi. Il 2010 comincia bene!
1 gennaio –“Whalesound”(Cabo San Isidro,Isla Carlos 3°)
Colazione alle 7:30,con i delfini che nuotano davanti all’Hosteria,poi alle 8:00 ripartiamo con la barca diretti alla sperduta isola Carlos 3°,base per il whale-watching all’interno del parco marino”Francisco Coloane”,nello Stretto di Magellano (siamo sempre in Cile). Sono circa 7 ore di navigazione…Le acque sono calme,e intorno a noi c’è una natura incontaminata. Il tempo passa lentamente;pranziamo a turni a bordo,nella piccola cucina. La maggior parte del tempo la passiamo all’esterno della barca a guardarci intorno; quasi arrivati a destinazione vediamo dei pinguini di Magellano nuotare,ed in prossimità dell’isola una scossa all’anima:la prima megattera…Allora è vero che ci sono,e questo primo incontro promette bene! Sbarchiamo sull’isola dove ci accolgono un paio di guide (universitari volontari) e il”guardiano”,che aiuta nello scarico di bagagli e provviste. L’isola è selvaggia,infatti sono state costruite scale e passerelle tra la folta vegetazione per poter raggiungere il campamento. Qui si trova solo una struttura con una piccola cucina,dei tavoli,un divanetto e la stufa;questo è il punto di ritrovo e la sala da pranzo. Per la notte ad ogni coppia viene affidato un”domo”,una specie di spaziosa tenda in plastica rigida con all’interno due comodi letti e una stufa a legna(di notte fa molto freddo!). Una volta sistemati raggiungiamo il punto più alto dell’isola,molto ventoso,dove si trova un osservatorio (che non è altro che una struttura in legno,vuota, con ampie vetrate sui due lati rivolti verso il mare):da qui vediamo 3 o 4 megattere. Finalmente poi riscendiamo alla spiaggia per uscire di nuovo in mare per vederle più da vicino…Fantastico,nelle 3 ore di uscita ne incontriamo veramente tante! Una addirittura tira fuori il muso dall’acqua più volte,e arrotolandosi ci mostra le sue pinne…Che spettacolo,è un sogno diventato realtà!!! Vediamo anche altri pinguini e leoni marini. Una volta rientrati,ceniamo e socializziamo con gli altri del gruppo,entusiasti anche loro della giornata. Intanto il guardiano dell’isola passa nei domo ad accendere le stufe per riscaldare l’ambiente prima di andare a dormire.
2 gennaio –“Whalesound”(Isla Carlos 3°)
Oggi pioviggina e c’è vento. Alle 10:00 dopo la colazione usciamo ancora in mare per il whale-watching.. Solo noi due abbiamo il coraggio di stare all’esterno della barca,infatti uscendo al largo il vento è sempre più forte (scopriremo poi essere di 100Km/h…),e le gocce di pioggia sono come schegge in faccia. E le onde cominciano ad essere spaventose… Ecco forse un assaggio dello Stretto di Magellano che avevano potuto trovare i vari esploratori che navigarono per primi queste acque… Riusciamo a vedere ancora qualche megattera, ma vista la situazione dopo neanche 1h e mezza rientriamo all’isola…Noi due fradici e congelati! Oggi va così,il tempo è brutto e non ci si può fare niente. Temporeggiamo allora con tè caldo,aperitivo al Pisco,giochi in scatola,aggiornamento degli appunti di viaggio…per tirare fino al pranzo. Per il pomeriggio aspettiamo il bollettino meteo…Niente da fare,il brutto tempo continua. Sconsolati scendiamo alla spiaggia a raccogliere qualche conchiglia;poi le due guide ci fanno fare una passeggiata mostrandoci la flora dell’isola: muschi,licheni,piantine,qualche fiorellino,il terreno morbido…Beeello,ma avremmo preferito essere in mare con le megattere. Infine saliamo all’osservatorio,e ci stiamo fino all’ora di cena;e le megattere sono sempre là. Essendo l’ultima sera insieme,parte lo scambio di indirizzi e-mail con gli altri del gruppo. Il bollettino meteo per domani per fortuna è buono.
3 gennaio –“Whalesound”(Isla Carlos 3°,Glaciar Santa Ines),Punta Arenas.
Ultimo giorno del”Whalesound”. Ci svegliamo con un’alba meravigliosa;il sole sorge davanti a noi da un mare liscio come l’olio. Alle 7:30 partiamo in barca alla volta del glaciar Santa Ines (2h di navigazione);questo ghiacciaio finisce direttamente nelle acque dello Stretto di Magellano…che ogggi è molto differente da quello visto ieri!!! E’ tranquillo,placido,e vi si specchiano tutte le montagne e isolette intorno. Gli scenari non deludono mai. Man mano che ci avviciniamo al ghiacciaio appaiono dei piccoli iceberg;ne pescano uno per offrirci anche qui del whisky con ghiaccio. Dopo una breve sosta ad osservare il ghiacciaio,torniamo indietro all’Isla Carlos 3° giusto per caricare i bagagli. Un’oretta di whale-watching (e loro ci sono sempre con la loro bella coda!!!),poi prendiamo la via del ritorno per Punta Arenas…
Alle 20:00 sbarchiamo nelle vicinanze della città;salutiamo i 3 membri dell’equipaggio,ed un pulmino ci riporta ognuno alla propria sistemazione…Ma siamo già tutti d’accordo di ritrovarci alle 22:00 nella piazza principale per cenare insieme e salutarci definitivamente. Giusto il tempo di lasciare nella stanza dell’Hostal Victoria gli zainoni,controllare che l’auto è ok (ed è tutto ok),e pagare il pernottamento (22000CL$ per una doppia con bagno in camera). Poi a piedi andiamo in centro. Ritrovo e piacevole cena da “Lomito’s”col gruppo del”Whalesound”…Con un po’ di tristezza ci salutiamo (in fondo erano tutti simpatici!). Abbiamo solo 3h di sonno…Domattina levataccia per traghettare nella Terra del Fuoco!
4 gennaio –Punta Arenas,Punta Delgada (traghetto per la Tierra del Fuego),Bahìa Azul,San Sebastian (dogana per l’Argentina),Rio Grande,Lago Fagnano,Ushuaia
Sveglia alle 4:30;in 1h e 10 minuti raggiungiamo Punta Delgada…Peccato che la corsa delle 7:00 non parte,quindi aspettiamo quella delle 8:30 (13700 CL$). Attraversiamo così lo Stretto di Magellano e in mezz’oretta sbarchiamo sulla Tierra del Fuego,a Bahìa Azul. Seguiamo le indicazioni per San Sebastian;inizialmente la strada è asfaltata,poi ricomincia lo sterrato. Alla dogana cilena ce la sbrighiamo in fretta;in quella argentina l’andazzo è un po’ più lento ma fortunatamente c’è poca gente in coda. Siamo di nuovo in Argentina! Ancora asfalto,e dalla strada vediamo diverse pompe per l’estrazione petrolifera. Proseguiamo sulla ruta 3 fino a Rio Grande. La città è piuttosto grande,e la periferia sembra degradata come in tutte le città viste in questo viaggio. Diversi segni ricordano le discrepanze tra argentini e inglesi per il possesso delle isole Falkland (…ops,meglio chiamarle Islas Malvinas). Sosta pranzo e benzina. Poi di nuovo fuori dalla città il terreno sconfinato e un cielo azzurro infinito. Inizialmente il paesaggio è piatto e desertico,senza vegetazione;poi in pochi km si passa ad un paesaggio montano. Ci fermiamo un attimo ad ammirare il bellissimo Lago Fagnano,enorme e dall’acqua di un colore spettacolare. Superiamo il Passo Garibaldi,e a metà pomeriggio raggiungiamo la famosa Ushuaia…E’ più grande di quanto immaginavamo,e la sensazione è stranissima:quel punto lì sul mappamondo,tanto a sud,alla”fin del mundo”…ci siamo,ci siamo veramente,siamo lì in quel punto!
Raggiungiamo il campeggio”La pista del Andino”,alla base di quella che d’inverno è una pista sciistica;il gestore è molto gentile,e anche qui abbiamo la nostra piazzola con tavolino (44AR$). La reception è anche bar,e ci fermiamo a bere la birra che fanno qui,la”Cape Horn”. Poi a piedi andiamo in centro;anche questa cittadina sembra un po’ disordinata negli edifici e nelle case;attenzione anche ai pazzi in macchina…E anche qui c’è il Carrefour,come da noi…che strano!
In fondo è carina e vivibile anche questa cittadina,e non fa neanche tanto freddo! Un’occhiata al porto turistico da dove partono le crociere per l’Antartico,e poi un giro nelle vie del centro piene di negozi di souvenir,e di turisti. Siamo stanchi sia per la levataccia che per il lungo pezzo di strada percorso oggi,quindi torniamo a cenare in campeggio (il gestore fa la pizza…). Ci godiamo la bella vista su Ushuaia,con un meraviglioso tramonto che lentamente e tardi arriva. Una sistemata alle valigie per il rientro di domani…Ed è arrivata anche l’ultima notte in Sud America…Oggi percorsi 622 km.
5 e 6 gennaio-Ushuaia.Buenos Aires,Madrid,Milano
Sveglia 7:30;smontiamo tutto e chiudiamo le valige. Con l’auto andiamo in centro,dove facciamo l’ultimo pieno all’auto prima di riconsegnarla. Infine raggiungiamo l’aeroporto (Aeropuerto International De Ushuaia Malvians Argentinas);sbrighiamo le pratiche dell’auto, facciamo il check-in per smollare i bagagli e paghiamo i 25 AR$ a testa di tassa aeroportuale. Nell’attesa facciamo una passeggiata intorno al piccolo ma moderno aeroporto;da qui si vede tutta Ushuaia,con dietro le sue montagne,e davanti la sua baia. Oggi percorsi gli ultimi 13 Km.
In totale in auto abbiamo percorso 3508 km. Ci imbarcano in orario perfetto;alle 14:40 decolliamo. Pur non essendo una sentimentalista,sulle ultime immagini dal finestrino di Ushuaia e dell’estremo sud mi scendono le lacrime…Questo non è stato un viaggio come gli altri,forse è stato”il viaggio”,e la fine è il momento più brutto. Circa 3 ore di volo per raggiungere Buenos Aires;dall’aereo possiamo distinguere la sagoma della Penìnsula Valdès,altro bagaglio di ricordi che ci portiamo dietro. A Buenos Aires atterriamo all’aeroporto Ezeiza,quindi non dobbiamo cambiare come all’andata. Qui ci sono 32°C e il caldo è soffocante. Scambiamo gli ultimi dollari,sia argentini che cileni,che abbiamo avanzato. C’è molta gente e molta coda,ma un’hostess gentilissima ce ne fa scavalcare un bel pezzo (…). Si scatena un temporale,e il nostro volo parte in ritardo,quasi a mezzanotte.
Ciao Sud America!
Il lungo volo per Madrid passa velocemente rispetto a quello dell’andata. Di nuovo a Madrid attraversiamo l’enorme aeroporto. Alle 16:20 decolliamo per Milano,e si torna a casa.
Periodo di viaggio: 19 dicembre 2009-6 gennaio 2010 Partecipanti: Francesca e Andrea Tipo di viaggio: Fai da te Volo: Volo internazionale Milano-Buenos Aires con Iberia (con scalo a Madrid)Voli interni (Buenos Aires-Trelew, Trelew-El Calafate, Ushuaia-Buenos Aires) con Aerolineas Argentinas Trasporti: Auto a noleggio Costo complessivo: Circa 3500 € a testa,di cui:-1700 € a testa per i voli-1300€ per il noleggio delle 2 auto -900€ a testa per i 4gg organizzati di “Whalesound” ,per il whale-watching nello Stretto di Magellano-…Quello che avanza per tutto il resto (mangiare,benzina,campeggi,ingresso ai parchi,souvenir,etc.)
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