Quest’anno per problemi di tempo non abbiamo potuto organizzare un viaggio ma siamo stati “costretti” ad optare per un pacchetto in agenzia.
I problemi di tempo sono stati legati sia al clima, infatti io avevo preparato un possibile tour “fai da te” del Chiapas e Yucatan, ma i numerosi e violenti uragani mi hanno impedito di realizzarlo, ma anche perché, causa lavoro, sono stata costretta a partire all’ultimo minuto. Così navigando su internet ho trovato una buona offerta per il Kenya tramite la Condor. La struttura scelta è l’Aquarius a Watamu.
Il soggiorno è di 15 giorni, con partenza il 24-09-05, in pensione completa per un costo, spese escluse, di 1030 € a testa. Abbiamo volato con l’Eurofly, compagnia del gruppo Alitalia. Volo abbastanza confortevole con visione di diversi film, tra cui diverse prime, in lingua italiana. Una nota positiva va ai pasti serviti, devo dire in entrambi i voli sono stati ottimi con la possibilità di scelta tra 2 piatti.
Arriviamo all’hotel alle 9 e 30 circa e dopo l’assegnazione della camera dobbiamo sorbirci circa un’ora e mezza di spiegazioni da parte del tour operator sulle varie escursioni da fare nelle settimane di soggiorno. Una cosa che mi ricordavo aver letto su internet è che i prezzi delle escursioni con i tour operator erano circa il doppio rispetto a quelle dei beach boys. Per noi non è stato così. Non so se dipende dalla Condor che ha prezzi relativamente bassi o se i beach boys hanno alzato furbamente i prezzi, ma il pacchetto del tour operator era di 250 € e comprendeva il safari di un giorno e mezzo, tour di Malindi, tour di Mombasa, Che Shale & Robinson, Safari Blu, Malindi by night, mentre noi con i bb abbiamo pagato 200 € safari di una notte due giorni, safari blu, spiaggia dell’amore e Malindi.
L’Aquarius è diviso in 2 strutture, quella principale dove ci sono la maggior parte delle camere, arredate tutte in stile Swahili, una piscina, il bar e il ristorante principale. La seconda struttura da verso la spiaggia e comprende altre camere (molte in costruzione con relativo cantiere), fatte però in muratura, due piscine ed il ristorante a pagamento, il Mapango Per andare da una struttura all’altra si deve attraversare una strada, sono circa 15 metri, ma, specialmente i primi giorni, sono stati i 15 metri più lunghi della mia vita! Li fuori si piazzano tutti i beach boys e finché non compri qualcosa non mollano.
Un consiglio: per evitare di essere assaliti vi conviene dirgli che avete prenotato già tutte le escursioni dall’Italia, così avete tutto il tempo di decidere quali escursioni fare e, magari, farvi consigliare, da chi già l’ha fatte, con quale bb andare. In linea di massima i ragazzi della spiaggia sono tutti bravi. Logicamente loro sono li per togliervi più soldi possibili ma basta essere decisi e non accettare mai il primo prezzo. Un’altra cosa che vi sconsiglio di fare è quella di promettere a destra e sinistra di fare o comprare qualcosa………cascate male, loro si ricordano tutto, persino i vostri nomi a distanza di tempo! Comunque passati i primi giorni, una volta che avete comprato il pacchetto con uno di loro, vi lasciano stare e ripartono all’attacco con i nuovi arrivi.
Ora la cosa mi fa molto sorridere ma giuro che i primi 3-4 giorni ero esaurita! Naturalmente una volta che con i bb potete parlare tranquillamente scoprirete che sono persone molto simpatiche e, alcuni, molto disponibili e professionali nel loro lavoro. Il contatto con la gente del posto è inevitabile, sono una popolazione molto cordiale e socievole. Ogni volta che andavamo a cambiare i soldi o a comprare l’acqua da Mama Lucy, nel paesino di Watamu, eravamo “scortati” da un corteo di persone pronte a chiederti di tutto dai soldi alle magliette, medicine, pennarelli e saponette. La povertà che colpisce questo paese è spaventosa (forse meno di altri paesi africani ma comunque molto grave), credo che per noi occidentali la situazione non si riesca a concepire realmente fino a quando non si concretizza davanti ai nostri occhi, ma vi assicuro che una volta abbandonata la costa e i paesini più turistici la situazione degenera ancora di più.
Questo per dirvi che, è vero che tutti hanno bisogno di aiuto, ma è vero anche che la maggior parte della gente che visita il Kenya soggiorna a Watamu o a Malindi e che quindi le zone circostanti ricevono aiuti di continuo tutto l’anno. E’ molto più semplice per un turista lasciare quaderni, maglie o altro alla scuola davanti l’hotel o al proprio beach boys (cosa che io personalmente non farei!). Se riuscite forse è meglio lasciare aiuti in posti più lontani e meno battuti e specialmente ai bambini nelle scuole o negli orfanotrofi.
L’esperienza più bella di tutto il viaggio ci è stata regalata proprio dai bambini in un orfanotrofio nella “periferia” di Malindi. E’ stato veramente toccante vedere come questi bambini vivono, o meglio sopravvivono, mangiano e dormono dentro questa struttura (finanziata da italiani) ed è stato sicuramente bello vedere che comunque, con tutte le difficoltà che ci sono, esistono persone disposte ad offrire il loro aiuto. La visita è stata breve, giusto il tempo di lasciare quaderni, pennarelli ed i nostri cuori. A livello turistico l’altra esperienza che vale la pena di esser vissuta è il safari. Noi abbiamo scelto lo Tsavo East che con i suoi 11 mila km quadrati è la parte più vasta di tutto il parco. L’intero parco, infatti, ha una superficie totale di 20 mila km quadrati ed è per questo forse che avvistare gli animali non resta poi così facile! Infatti noi non siamo riusciti a vedere tutti i componenti dei grandi 5, ma in fin dei conti non ci è andata neanche tanto male.
Abbiamo visto elefanti, zebre, giraffe, facoceri, struzzi, babbuini, faraone, leonessa e cuccioli, bufali, coccodrilli, ippopotami, gazzelle e ghepardi, ma all’appello mancano leoni e rinoceronti. Ma andiamo per ordine. Innanzi tutto vi dico che noi abbiamo fatto il safari con Gabriel, beach boys del ventaglio. Avevamo il suo nome dall’Italia e lui aveva già i nostri numeri di cellulare, per cui ci siamo messi d’accordo già il primo giorno. In realtà prima di confermare l’acquisto con lui ci siamo fatti un giro, ma all’incirca i prezzi variavano di poco. Il prezzo del safari è stato più alto rispetto ad altri anche perché noi eravamo in 4 (e qui scatta il saluto a Federica ed Adriano, nostri compagni d’avventure in Kenya), quando in realtà i pulmini sono omologati per 8 persone.
Anche qui vi do un consiglio, non accettate di fare safari in 8 sul pulmino perché se volete fotografare o semplicemente alzarvi in piedi tutti non potete farlo! Il giorno del safari la sveglia è alle 5 e 30, facciamo colazione tutti insieme e poi ci si divide tra i vari pulmini e jeep….direzione Malindi. Qui si fa rifornimento di benzina e si comprano i biglietti per entrare nel parco. La strada che da Malindi porta all’entrata del parco è molto lunga e faticosa, credo siano circa tre ore di buche! Prima di entrare nel parco ci fermiamo in un negozio di souvenir per sgranchire le gambe, andare al bagno e mangiare qualcosa. Ed è stato proprio qui che abbiamo avvistato i primi animali. Dietro ai bagni c’erano svariate scimmiette e più giù nel fiume 2 coccodrilli, uno dei quali è stato attirato dalle guide fuori dall’acqua.
E’ stato un incontro ravvicinato molto emozionante! Varcata l’entrata del parco il primo avvistamento è stato quello di una leonessa, un po’ malconcia, e dei suoi due cuccioli. Questo è stato, purtroppo, l’unico incontro con i leoni, infatti in 2 giorni di safari abbiamo visto quasi tutti gli animali tranne loro! Una vera delusione. Non vi sto qui a raccontare per filo e per segno la lista e la sequenza degli animali visti durante il safari, ma sicuramente vi dico che l’emozione che si prova nel vederli liberi e, a volte, così vicini è indescrivibile. Il campo dove abbiamo dormito è l’ Ndololo Safari camp. Diciamo che non è dei migliori, il cibo è mediocre, le tende niente di spettacolare e la sicurezza lascia molto a desiderare……24 tende ed un solo masai!!!
Durante la cena, poi, il nostro beach boys (jaly) si è divertito molto nel raccontarci storie di elefanti che buttano giù tende durante la notte, così potete immaginare come al primo rumore siamo corsi tutti nelle tende, nella nostra abbiamo dormito addirittura in quattro per la paura! In realtà dormito molto poco, siamo stati quasi tutta la notte con le orecchie spalancate per riuscire a decifrare anche il minimo rumore, ma alla fine ci siamo divertiti moltissimo. La mattina seguente la sveglia era puntata come al solito all’alba e usciti dalle tende abbiamo saputo che gli unici animali passati erano, fortunatamente, giraffe.
Il secondo giorno il safari occupa tutta la mattinata, alle 11 circa si esce dal parco e ci fermiamo alla prima città che si incontra. Qui facciamo un giro e pranziamo tutti insieme. Dopo pranzo ci rimettiamo in viaggio verso il villaggio masai. L’ingresso al villaggio è di 10 € a testa, e un masai illustra le varie capanne e spiega la vita che si conduce nel villaggio. Ci fanno partecipi anche della loro danza e dell’accensione del fuoco. Prima di andare via allestiscono un piccolo mercatino. Durante il tragitto di rientro attraversiamo dei paesi stupendi immersi in grandi distese di palme da cocco. Noi avevamo comprato dei biscotti e di tanto in tanto ci fermavamo a darne un po’ ai bambini che dal ciglio della strada cercano in tutti i modi di attirare l’attenzione.
Il safari è davvero stancante, si passano molte ore in macchina e le strade non sono certo le nostre! Nei giorni successivi al safari ci siamo dedicati alle altre escursioni. Accompagnati da Gabriel siamo andati a vedere la spiaggia dell’amore. Attraversando il paese di Watamu, si arriva alla spiaggia davanti al Sun Palm hotel, da qui se c’è bassa marea si prosegue a piedi altrimenti con una barca locale che vi porta fino alla strisciolina di terra che forma l’isolotto. Lo scenario è molto bello, l’acqua è pulita anche se l’isolotto è troppo piccolo rispetto ai turisti che arrivano verso l’ora di pranzo e non c’è un filo di ombra. Un’altra escursione è stata quella del safari blu. Siamo partiti davanti la spiaggia dell’hotel Blue Bay dei Grandi Viaggi. (questo hotel è molto bello ma durante la stagione delle alghe la spiaggia ne è completamente ricoperta nonostante tutte le mattine provvedono a spostarle) Da qui si prende una barca con fondo trasparente e si raggiunge la barriera corallina. Ci hanno detto che settembre non è il mese ideale per fare snorkeling in quanto il mare è ancora mosso e quindi non si può oltrepassare la barriera corallina.
Io personalmente sono uscita in mare ma lo snorkeling è stato abbastanza deludente. Si prosegue alla volta delle mangrovie, in direzione dell’hotel del Ventaglio. In prossimità delle mangrovie il mare diventa verde smeraldo, si incontrano diversi pescatori sulle loro barchette e, in base alla marea, spuntano qua e la diversi isolotti abitati da fenicotteri rosa. Ci fermiamo proprio su uno di questi (al ritorno sarà completamente sommerso!) per prendere un pò di sole e rilassarci prima di andare a pranzare. A proposito di pranzo, ci viene offerto riso con polipo, red snapper ed aragostona il tutto cucinato da diversi bb. Per me ed Angelo è stata la nostra prima aragosta. Una vera delizia. Dopo pranzo intraprendiamo una bella chiacchierata con dei beach boys sulla differenza dei ruoli delle donne africane ed italiane.
Come potete immaginare molto animata da parte nostra pronte a difendere i diritti ormai raggiunti in Italia da “diversi” anni mentre molto condivisa dai nostri maschietti che certe “riverenze” in Italia se le sognano!!! Verso le 4 si riparte con un nuovo giro in mezzo ai canali di mangrovie e successivo rientro alla base. Sempre accompagnati da Gabriel siamo andati alla scoperta del mercato di Malindi e della fabbrica del legno. Vi faranno vedere le varie fasi della creazione di una statua di legno, dalla diversità della materia prima fino alla verniciatura. All’entrata poi c’è l’esposizione di quello che viene creato. Io non vi consiglio di comprare qui perché i prezzi sono notevolmente più alti rispetto a quelli che si trovano sulla spiaggia anche se le creazioni sembrano di migliore qualità. Sempre a Malindi abbiamo visitato il rettilario dove soggiorna Maria una tartaruga di 102 anni. Un’altra escursione è stata fatta a Sardegna 2 davanti la spiaggia dell’hotel Jacaranda, guidati da Dalla. Anche questa non è altro che una strisciolina di finissima sabbia bianca che appare e scompare in base alle maree.
Di sera, se soggiornate a Watamu, c’è un disco-pub subito dopo Mama Lucy, altrimenti potete prendere un taxi e andare a Malindi dove troverete diversi locali frequentati dai turisti e non. Noi siamo stati sia nel locale di Watamu sia a Malindi e una sera con alcuni ragazzi dell’hotel abbiamo avuto la felice idea di andare ad un rave sulla spiaggia……eravamo gli unici bianchi in un mare di neri e, per quanto fosse tutto tranquillo, ci siamo sentiti un pò “diversi”. L’ultima sera abbiamo organizzato un falò sulla spiaggia con un bb di cui però non ricordo il nome. Per 15 € a testa ci ha preparato una squisita cena a lume di candela. Eravamo in 8 e abbiamo mangiato riso con polpo, red snapper sulla griglia, 2 aragoste a testa, frutta e bibite a volontà.
La vacanza si è conclusa nella maniera più bella, lasciandoci nel cuore i sapori del Kenya, l’allegria e la simpatia dei suoi abitanti, il tutto incorniciato da un “tappeto” di stelle sopra un oceano meraviglioso. Naturalmente come non salutare i nostri compagni di viaggio Federica ed Adriano che hanno condiviso con noi il safari e non solo, i magnifici toscani Luca e Barbara (Angelo non vi ha ringraziato abbastanza per l’Autan!), i simpatici marchigiani Maurizio e Sara, e i nostri “paesani” Mirco e Fabiana (la loro amicizia , un’altra cosa che il Kenya ci ha lasciato).
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