Da parte mia non c’era tutto quest’entusiasmo perché la mia vacanza ideale prevedeva spiagge bianche, palme, mare piatto e cristallino…e questa descrizione non corrisponde a Bali. Ma è stato grazie a tutti coloro che riportano diari di viaggio su internet che ho cambiato idea, e li ringrazio perché altrimenti mi sarei persa un viaggio meraviglioso in un posto fantastico e magico. Così dopo un lungo anno passato a navigare su internet nella ricerca di notizie utili x organizzare questo viaggio finalmente nel marzo 2003 prenotiamo il nostro volo che da Roma ci porterà nella tanto sognata isola di Bali. Ma la fortuna non è dalla nostra parte, dopo solo pochi giorni dalla prenotazione è allarme SARS, descritta dai TG come una della più brutte malattie infettive degli ultimi anni (direi in maniera eccessivamente esagerata!) E rieccomi ancora a cercare aiuto e conforto tra i viaggiatori on-line. Alla fine mi convinco che né il terrorismo né la SARS riusciranno a fermarmi, Bali è il nostro viaggio per il 2003. Pochi giorni prima della partenza il volo viene spostato dalle 15:40 alle 16:55 rendendo quasi impossibile la possibilità di arrivare in tempo per la coincidenza per Denpasar.
8 LUGLIO 2003
Il quasi possibile diventa impossibile perché l’aereo fa ulteriore ritardo. Alle 17:55 si parte!! E’ un booing 747 enorme che arriva da Parigi, quindi già pieno di gente e i posti assegnateci al check-in non sono uno accanto all’altra, ma ringraziando una suora che ha dato il cambio ad Angelo riusciamo a sederci vicini, anche perché non amo la fase del decollo e 10 ore di volo sono tante. In ogni modo, tolto qualche vuoto d’aria e un’oretta di turbolenze in Thailandia, è andato tutto bene con un atterraggio favoloso.
L’aereo non è proprio come me lo aspettavo, credevo che le distanze tra una poltrona e l’altra fossero superiori e che l’aereo, vista la situazione orientale, fosse vuoto, e invece era pieno di gente, ma di italiani ce n’erano pochi. Mi aspettavo di vedere i film in italiano (o meglio pensavo avessimo la scelta della lingua) invece sono stati trasmessi tutti in lingua originale…quindi niente!! Avevamo comunque la cuffia per ascoltare musica. Per quanto riguarda il cibo io sono rimasta molto soddisfatta. Prima di cena ci hanno offerto l’aperitivo con noccioline e bibita (alcolica o analcolica a scelta) e per cena c’era la scelta del secondo piatto. La cosa che ci ha sorpreso di più è stata la gentilezza del personale della Thay, sempre cordiale e presente, sono passati di continuo anche di notte. E poi le hostess sono davvero molto belle, vestite con abito tipico thailandese. Vorrei aggiungere solo una cosa a favore della compagnia aerea Thay. Dopo lo scoppio della SARS io ho scritto un e-mail alla Thay chiedendo se in caso di ripensamento potevamo avere il rimborso del biglietto. A rispondermi è stato direttamente il responsabile dei passeggeri, il quale mi ha rassicurato affermando che per ripensamento causa SARS potevamo avere, in qualsiasi momento, il rimborso dell’intero biglietto, mentre in agenzia (CTS) mi avevano detto che avrei perso almeno la caparra di 200€ (a testa!!!) Dopo 9 ore di volo arriviamo a Bangkok, aeroporto molto grande e pulito, qui dopo circa un’ora passata da uno sportello all’altro della Thay, ci informano (con molto difficoltà dovuta alla mia totale assenza della lingua inglese e a quella molto arrangiata di Angelo) che i bagagli sono stati imbarcati per Denpasar mentre noi rimaniamo a spese loro una notte in hotel a Bangkok. Io e Angelo per errore usciamo dall’aeroporto…..il caos totale, ci sono moltissimi tassisti che ti chiamano per portarti nel centro di Bangkok, macchine che sfrecciano, a pochi metri c’è la ferrovia (molto spartana) e poi un caldo afoso. Noi siamo rimasti fuori giusto il tempo di accorgerci che l’entrata dell’hotel arriva direttamente dall’aeroporto attraverso un ponte pedonale, credo non più di cinque minuti, beh tanto è bastato per rientrare dentro sudatissimi!! Così dopo questa breve sauna arriviamo all’hotel. Amari Airport Hotel, albergo di categoria superiore con piscina, ristoranti, negozi e discoteca.
Un albergo fantastico, lussuoso, con una hole enorme e curata in ogni dettaglio. La stanza molto spaziosa, bagno attrezzato di vasca e doccia, tv satellitare, telefono, armadio a muro, cassa forte, aria condizionata, frigo bar e finestra con vista sulla piscina. Restiamo in camera per riprenderci dal viaggio un pò stressante. Prima di cena decidiamo di fare un giro dentro l’aeroporto anche perché fuori sta diluviando, così iniziamo ad assaporare l’aria orientale e i prezzi…..davvero bassissimi!!! All’ora di cena ci rechiamo al ristorante. La Thay ci ha offerto oltre la cena, anche il pranzo e la colazione (non usufruiti causa malanni da fuso orario).Il ristorante dell’hotel è curato in ogni suo dettaglio dalla tavola, al cameriere, all’orchestrina che suona musica thai. Al centro della sala c’è una specie di isola rialzata dove è esposto il buffet. Della serie anche l’occhio vuole la sua parte, ogni piatto è curato e decorato che quasi quasi dispiace rovinarlo…in realtà a me e Angelo è dispiaciuto poco perché, nonostante i dolori di stomaco, ci siamo letteralmente abbuffati con secondi di ogni genere, dolci e frutta….quasi tutto buono tanto che abbiamo fatto il bis…peggiorando sempre di più la situazione del nostro stomaco! Dopo cena ci concediamo un breve tour dell’hotel e poi a nanna per cercare di recuperare il sonno perduto, ma non c’è stato verso…….
10 LUGLIO 2003
La sveglia è puntata alle sei del mattino ma in realtà dopo due ore di sonno tutta la notte siamo rimasti svegli. Doccia e via verso l’aeroporto, oggi si parte per Bali. Ci imbarchiamo sull’aereo alle 8:30 circa, questo è un pò più piccolo ma curato nello stesso modo, forse anche più dell’altro. Alle 14 siamo a Bali. A primo impatto i balinesi sono veramente lenti, un’ora per il controllo dei passaporti, e per fortuna il nostro aereo è arrivato per primo, dopo di noi è scesa una truppa di giapponesi! All’interno dell’aeroporto ci sono diversi change ma i tassi non sono molto convenienti, cambiamo solo pochi spicci per poter pagare il taxi.
NOTA: noi abbiamo fatto lo sbaglio di cambiare gli euro in dollari, beh non servivano proprio perché ai change prendevano anche gli euro e naturalmente il cambio era più alto. Ma se proprio avete i dollari mi raccomando non più vecchi del 1999 perché altrimenti il cambio vale la metà!!! Appena fuori dall’aeroporto c’è il banco dei taxi “legali” paghi anticipatamente la tratta e vai….attenti perché in mezzo a quelli legali ci sono anche quelli ambulanti che cercano di “fregarti”…tipo Angelo aveva già pagato la tratta gli hanno rilasciato il foglietto e poi si è avvicinato quello ambulante per portarci al taxi, per fortuna ce ne siamo subito accorti altrimenti avremmo dovuto pagare due volte….. Prendiamo il nostro taxi e in pochi minuti arriviamo alla nostra sistemazione…il Pandok Sara. E’ un complesso di bungalow molto carino immerso completamente nel verde. I bungalow sono in sintonia con l’ambiente, arredati in modo essenziale e in stile balinese, sono aperti su un lato, non hanno il muro su 4 pareti ma solo su 3 quindi comunicano con l’esterno, praticamente hanno una strisciolina di giardino che li circonda. Ogni bungalow è autonomo con la propria entrata, composto da angolo cottura, saloncino, bagno, camera da letto. Il lato negativo è che la sera entra di tutto, la prima sera è stata tragica, io che odio gli insetti mi ritrovo a condividere la casa con queste orrende lucertole di diverse grandezze con dei versi orribili (i geghi). La prima cosa che abbiamo fatto è stata quella di raggiungere la famosa spiaggia di Kuta, il tempo non è bellissimo ci hanno detto che il giorno prima ha piovuto e sono rimaste un pò di nuvole, quindi non abbiamo potuto ammirare il famoso tramonto di kuta, ma siamo stati ripagati dallo spettacolo dei surfisti che cavalcano le giganti onde balinesi. Un cosa fondamentale che io non sapevo, è che a Bali fa notte presto, alle 18:30 è già buio!
11 LUGLIO 2003
Questa mattina abbiamo preso il motorino e ci siamo diretti verso la spiaggia di Kuta. Per pochi soldi abbiamo affittato due lettini, l’ombrellone e la tavola da sur. Se non ricordo male per 5 euro, ma dopo trattativa e promettendo che saremmo tornati il giorno dopo. Io mi stendo al sole e cerco di prendere una perfetta tintarella, ma qui il sole non batte fortissimo, per darvi un’idea il sole delle 12-13 equivale a quello nostro delle 10!!!! Dopo qualche ora Angelo esce dall’acqua e scopre di aver rotto la pinnetta della tavola, per poterla ripagare al ragazzo che ce l’ha affittata dobbiamo andare a cambiare i soldi. E’ lui che ci accompagna presso la PT. BALI MASPINT JINRA AMC. CV. KAPOTA JAVA, cambio autorizzato con tassi buoni. Ci dicono che è meglio cambiare in change autorizzati perché negli altri tendono a darti banconote di piccolo taglio e se non si è molto attenti si rischia di rimanere fregati!!! Cambiamo un po’ di soldi, ripaghiamo il debito e andiamo a mangiare in un ristorantino davanti la spiaggia, si chiama “Zanzibar”. Ci prendiamo i nostri primi nasi e mie goreng….. piatti secondo noi molto buoni che ci accompagneranno per tutto il viaggio. Nel pomeriggio incontriamo Roberto Milio (ragazzo italiano venuto a vivere a Bali diversi anni fa e roprietario del Pandok Sara) che, gentilmente, ci porta a fare un veloce giro di Kuta, spiegandoci mano mano dove cambiare i soldi (ci conferma lo stesso change usato da noi la mattina), dove fare spesa, dove mangiare, dove fare panini, dove andare la sera e ci illustra un po’ di spiagge dove Angelo può fare surf. Poi ci porta da un suo amico indonesiano che fa tavole, qui Angelo sceglie la tavola da surf che userà per tutto il soggiorno. Il tipo fa delle tavole bellissime e le vende o affitta ai turisti, parla anche un po’ d’italiano. Noi non abbiamo ancora il porta tavola sul motorino, quindi ce lo consegnerà lui domani mattina direttamente al Pandok Sara. Salutiamo Roberto e torniamo in camera a farci una veloce doccia. La sera ci dirigiamo verso il centro, la Poppies Lane 2…il cuore pulsante di tutta Kuta. Qui si concentrano tutti i locali, i ristoranti, gli alberghi e i turisti di tutta Bali. Entriamo in un internet point per inviare la nostra prima e-mail a casa avvertendo i nostri genitori che va tutto ok e poi andiamo a cenare al Warung 96, uno dei locali più frequentati di Kuta specialmente dai surfisti…a dimenticavo qui sono tutti australiani!
12 - 14 LUGLIO 2003
In questi giorni incominceremo a capire bene come funziona qui la vita, incominceremo a capire com’è fatta Kuta a girare con il motorino ed a organizzare le giornate. Faremo spesa per la colazione al supermercato davanti al change sulla Legian, sempre su questa via faremo i panini per il pranzo in un’alimentari con prodotti italiani “The Deli”, dove hanno praticamente tutti prodotti importati dall’ Italia, non manca veramente nulla, ma se lo fanno pagare!!! In media per due panini grandi si spende 40.000 rupie….quanto spendevamo per una cena completa! A proposito di cena noi ci siamo affezionati ad un warung dove si mangia bene e si spende molto poco (circa 2.5 € a testa), è il Warung Linggar sempre sulla Poppies Lane 2.Siamo rimasti fedeli anche all’internet point che si trova davanti al Warung Linggar dove per pochi spicci comunicavamo con l’Italia. Non abbiamo mai telefonato mandavamo solo sms ed e-mail. Inizieremo anche a fare i primi acquisti e impareremo a contrattare….parola chiave “to much”, è davvero divertente!!! Su ogni via di Kuta ci sono queste bancarelle rifornite d’infradito colorate, magliette, parei (stupendi), cappelli, borsette fiorate, souvenir d’ogni genere a costi bassissimi. Poi per chi vuole spendere di più ci sono i negozi…e che negozi, una meraviglia! Sono strutture enormi, anche su più livelli, rifornite d’ogni marca (generalmente vendono abbigliamento stile surfista) a metà prezzo rispetto all’Italia! Per tutte le ragazze c’è un negozio enorme il Surfer Girl sulla JL Legian n.138, è qualcosa di spettacolare, io c’ho trascorso diverse ore.
15 LUGLIO 2003
Sveglia alle 7:45, colazione o poi si parte per la nostra prima escursione. Ci aspetta la nostra “guida” che ci porterà per 10 euro a testa all’interno di Bali. Passiamo per Denpasar e dopo qualche minuto ci fermiamo a Batu Bulan per ammirare una tipica danza balinese, il “Barong kris dance” per la modica cifra di 50.000 rupie a testa (5 €).Lo spettacolo dura circa 30 minuti è molto carino e molto turistico! La danza del Barong rappresenta la lotta tra il bene e il male interpretata da attori che indossano maschere variopinte. Finito lo spettacolo si riparte per la monkey forest verso Ubud. Il biglietto costa 10.000 rupie (all’incirca 1€). Questa è una foresta abitata dalle scimmie, molto simpatiche e docili anche se per precauzione all’entrata ti fanno togliere occhiali collanine e orecchini. Un consiglio non comprate nulla per le scimmie tanto vi divorano tutto alla prima botta!!! E’ un posto molto bello e verde, anche se ci sono solo turisti (noi siamo gli unici italiani), c’è molto silenzio per rispetto di questi animali. Finita la visita alla monkey forest l’autista ci porta a mangiare in un ristorante spettacolare, il “Kampung Cafè” a Gianyar (se passate da quelle parti andateci). Dopo il favoloso pasto si riparte per la visita di due templi. Il primo è il tempio è il Tirta Empul (il costo del biglietto è di 4.100 rupie), all’interno del quale ci sono le sorgenti sacre le cui acque hanno fama di essere miracolose e di guarire da ogni male, nonché di donare eterna giovinezza e io neanche a dirlo ci sciacquo i piedini. Questo tempio è uno dei più vecchi e quindi poco sfarzoso e in questo momento anche in fase di restauro. L’uscita guidata del tempio porta in un mercatino variopinto. Dopo la visita al tempio si riparte per raggiungere il lago di Batur, qui siamo scesi giusto il tempo di fare qualche foto, come al solito assaliti da venditori di “tutto” per pochi dollari, ma la giornata richiede già abbastanza rupie, così si riparte, anche perché da queste parti l’aria è molto più fresca. L’ultima tappa è il tempio di Gunun Kawi (anche qui il costo è di 4.100 rupie). Per raggiungerlo si passa a piedi dentro un paesino fino ad arrivare all’entrata, si scendono numerosi gradini in una stretta vallata. Questo tempio è immerso in una vegetazione rigogliosa dove passa un fiume che forma una piccolissima cascata. Il paesaggio è stupendo c’è una tranquillità assurda anche perché questo a differenza degli altri è fuori dalle mete turistiche, infatti, non incontriamo nessun turista. Per raggiungere la cascata si passa in mezzo alle risaie, è un pò pericoloso, le stradine sono strettissime, c’è molto fango e noi con le nostre infradito rischiamo di scivolare!!!Qui una visita è proprio necessaria, ne vale la pena, si assapora la magia e la sacralità del posto! Dopo la sfacchinata per risalire i gradini si riparte verso Kuta.
18 LUGLIO 2003
Dopo la mattinata trascorsa a Kuta Beach in spiaggia tra surf e bagni di sole (che qui batte veramente poco) decidiamo di investire il pomeriggio per visitare Nusa Dua e Jimbaran. Questa volta il taxi ci costa 10 euro in due per cinque ore. Alle tre partiamo diretti per Nusa Dua, qui a prima vista sembra di essere capitati in un posto completamente diverso, è tutto perfetto, la piazza centrale è curata nel dettaglio ci sono anche i cestini per la spazzatura, a Kuta, invece, i cestini non ci sono neanche, la gente lascia i rifiuti sulla strada e poi la sera passano i spazzini a raccogliere tutto. Raggiungiamo la spiaggia, molto bella, qui l’acqua ha un colore molto più cristallino anche se quando arriviamo noi c’è la bassa marea quindi per fare il bagno bisogna camminare parecchio. A Nusa Dua la spiaggia si divide in due parti, guardando verso il mare a sinistra c’è la spiaggia dedicata ai turisti, qui sorgono i grandi alberghi dove la maggior parte dei turisti viene in viaggio di nozze, la cosa più bella è il silenzio e la pace che si respirano, si sente solo il rumore del mare, qui si prova il vero relax che purtroppo per me e Angelo dura pochissimo, dobbiamo proseguire alla volta di Jimbaran. Andando via abbiamo visto l’altra parte della spiaggia, quella a destra, dedicata alla gente del posto. Qui c’è molta più confusione, i bambini che giocano e le mamme che si lavano in acqua avvolte da asciugamani da bagno….veramente fantastica! Verso le sei arriviamo a Jimbaran famosa per i suoi ristorantini disposti direttamente sulla spiaggia. E’ una spiaggia magica specialmente verso quest’ora, quando il sole comincia a calare, il cielo assume quel colore rossastro, il mare si riempie di barche di pescatori e i ristoranti si accendono di tanti lumini, Non possiamo però consigliarvi il nostro ristorante perché da mangiare non era un granché e il conto un po’ “salatino” (a noi ci aveva portato direttamente il tassista).
19 LUGLIO 2003
Anche oggi c’è in programma un’escursione. Questa volta ci dedichiamo alle spiagge più belle di Bali. Si parte alle 8:30 con lo stesso tassista che il 15 ci ha portato verso l’interno. Prima tappa Dreamland. Scendiamo a piedi per una strada sterrata che ci porta verso la spiaggia. C’è pochissima gente, anche perché è presto, e qui incontriamo la prima italiana del nostro viaggio (escludendo il proprietario del Pandok Sara), che ci dice di soggiornare a Kuta da 2 settimane e che rimarrà 2 notti a Dreamland per fare un po’ di surf. Qui l’acqua è molto più alta rispetto a Kuta e anche le onde non sono da meno, ma la sabbia è bianca e l’acqua è di un colore cristallino. Con un po’ di pazienza riesco a trovare un punto dove le onde si alzano di meno ed entro in acqua….. un vero paradiso! Anche questa volta per noi il paradiso dura poco, dopo un’oretta siamo di nuovo in viaggio verso Pandang-Pandag. Qui per arrivare alla spiaggia bisogna scendere dei gradini ripidissimi scavati nella scogliera. Anche qui lo spettacolo non è da meno, una strisciolina di spiaggia bianchissima, qualche scoglio, un “baretto” molto spartano, e un mare di colore azzurro, l’unico difetto è che era talmente piccola e piena di venditori che non potevi scappare da nessuna parte. Così dopo qualche minuto di tranquillità ci siamo trovati sommersi da una decina di donne pronte a venderci di tutto. Alla fine abbiamo ceduto comprando qualche costume, un paio d’anelli da piede e un po’ di frutta! La prossima tappa è Uluwatu. Prima di scendere la scalinata ci concediamo una pausa pranzo in un warung con una vista spettacolare (in pratica è il primo che s’incontra sulla sinistra). Uluwatu nasce su una scogliera quindi dall’alto la vista è davvero unica, si vedono tanti puntini, beh, quelli sono quei matti di surfisti che surfano praticamente sulla barriera corallina. Anche qui c’è una scalinata ma in realtà non c’è una vera spiaggia, si viene solo per fare surf. Comunque scendendo ci sono diversi warung dove si può magiare o bere qualcosa e diversi indonesiani pronti ad affittarti tavole. Rimaniamo un po’ a goderci lo spettacolo poi ci dirigiamo presso il tempio di Uluwatu abitato da scimmie molto più dispettose di quelle della monkey forest, infatti ad una signora avanti a noi gli hanno rubato gli occhiali da vista con una velocità incredibile, ma, dopo dovuto riscatto (noccioline), è riuscita a riaverli! Dopo questa breve e velocissima visita al tempio, che si affaccia su un’enorme scogliera al di sotto della quale si infrangono onde altissime, il tassista ci porta in una spiaggia dove l’accesso avviene dall’entrata di un grande albergo, se non ricordo male la spiaggia si chiamava Nyang-nyang. Entrando in questo albergo (dove tra l’altro non c’è nessuno che ci chiede nulla!) proseguiamo fino ad arrivare alla fine della strada, poi uno strapiombo e sotto una spiaggia, effettivamente molto bella ma anche vuota! Capiamo subito il motivo, per raggiungere la spiaggia bisogna ancora una volta scendere (e poi risalire!!!) e ormai le nostre forze non ce lo permettono così decidiamo di proseguire il tour verso l’ultima tappa, Sanur. Anche Sanur merita, la spiaggia è lunga, il mare è calmo e la gente (per lo più indonesiani) rende questa spiaggia molto caotica. Ci concediamo un’oretta di relax sotto il solo ormai spento delle 16. La giornata si conclude con il ritorno in albergo verso le 17:30. Gli ultimi 2 giorni li spendiamo (nel vero senso della parola ) nel fare shopping, anche perché il tempo si guasta e stare al mare è veramente inutile.Il 22 a sera iniziamo a fare le valige….
23 LUGLIO 2003
Oggi si ritorna a Roma. Con molto dispiacere finiamo di mettere le ultime cose in valigia, Angelo riconsegna la tavola da surf, ma prima di andare via ci concediamo l’ultimo giro sul motorino per la Poppies Lane e l’ultimo pranzo al nostro warung preferito, con la promessa di ritornarci ancora tra qualche anno e la speranza di ritrovare ogni cosa allo stesso posto. Dopo l’ultimo saluto a Kuta e al personale gentilissimo del Pandok Sara con il taxi ci dirigiamo verso l’aeroporto. Siamo carichi come muli grazie ai duemila souvenir acquistati per noi, amici e parenti. L’aeroporto di Bali è molto semplice ed essenziale. Questa volta la Thay spacca il minuto così c’imbarchiamo per raggiungere Bangkok dove ci aspettano quattro ore di scalo. Scesi dal volo Dempasar-Bangkok, mentre facciamo la fila allo sportello Thai per capire dove dobbiamo andare, conosciamo un coppia d’italiani che avevano soggiornato a Sanur, così tra una chiacchiera e l’altra trascorriamo con loro queste quattro ore passeggiando per l’immenso aeroporto di Bangkok. Ceniamo ad un fast food thailandese, non male! Ma quando si avvicina l’ora dell’imbarco, anche se la stanchezza si fa sentire, la tristezza di lasciare questi posti meravigliosi è davvero tanta, sappiamo che una volta imbarcati sull’aereo per Roma la nostra vacanza è giunta al termine, ma come tutte le cose belle anche questa doveva finire. Beh che dire…se solo ripenso ai miei mille dubbi su questo viaggio… per fortuna ho cambiato idea, e sono strafelice di averlo fatto e soprattutto di aver fatto il viaggio in questo modo senza intermediari, tutto organizzato da noi giorno per giorno. Ho sentito dire che un viaggio è diviso in tre parti: la preparazione, il viaggio, e il ricordo, e che la parte più bella del viaggio è proprio il prepararlo perché quando arrivi sul posto riesci a vedere tutte le sfumature delle cose che ti circondano. Sono pienamente d’accordo con questa teoria. Bali ci ha lasciato un mare d’emozioni, è davvero un luogo magico, ha quel mistero che ti accompagna e ti coinvolge dalla spiaggia alla strada, dai ristoranti ai templi fino alla sua gente, sempre sorridente, disponibile, cordiale, pronta ad accoglierti nel migliore dei modi. Quando penso a Bali vedo mille aquiloni colorati alzarsi verso il cielo, vedo i sorrisi che i balinesi ti offrono ad ogni angolo della strada, sento il silenzio e la tranquillità che solo in oriente si respira…..una promessa, torneremo laggiù, e intanto torneremo sicuramente in oriente per il nostro prossimo viaggio.
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