Visitare una turtle farm in Sri Lanka

Prima di partire avevamo letto sulla Lonely Planet la possibilità di visitare una turtle farm in Sri Lanka. Io ho un amore smisurato per questi esserini, così una volta raggiunta Unawatuna abbiamo deciso di farci portare, su consiglio di un ragazzo che guidava il tuk tuk , in una di queste farm. Lui ci ha portato in una vicino Koggala.

L’ingresso alla farm costa 500 rupie a persona. All’interno ci sono diverse vasche con tartarughe adulte, alcune anche ferite.
Ci spiegano che molte vengono curate e poi rilasciate in mare appena sono in grado di sopravvivere da sole altre invece sono destinate a rimanere dentro le vasche. Quelle più vecchie fanno parecchia tristezza, hanno il loro destino segnato. Magari non sarebbero neanche sopravvissute in oceano, ma vederle costrette in vasca, anche se trattate benissimo, non è il massimo.

 

 



I volontari inoltre raccolgono le uova depositate sulla spiaggia e le posizionano all’interno della farm per proteggerle e accertarsi che tutte possano schiudersi.

Infine c’è la vasca delle piccoline, vanno dai pochi giorni a qualche settimana di vita e sono troppo dolci!! Io impazzisco nel vederle, le porterei tutte a casa come me!!

Chiedo al volontario se è possibile rilasciarle in mare. Lui dice subito di no. Mi dice che lo fanno raramente e solo in alcuni momenti quando le tartarughe hanno raggiunto un certo numero di settimane. Che ve lo dico a fare!

Sconforto assoluto.

Metto subito un muso (tipo bambina di tre anni) e inizio a non filarmelo più. Sono troppo triste.
Lui continua a chiacchierare con Angelo sul loro operato, io rimango imbambolata davanti alla vasca.
Dopo un pò, forse gli ho fatto pena o forse si è accorto del mio disinteresse e voleva ricatturare la mia attenzione, mi dice che alcune volte i turisti fanno delle offerte per poterle liberarle, e che volendo potevo farla pure io.

Ovviamente accetto la proposta dell’offerta ma in realtà il prezzo (perché di questo si tratta) lo stabilisce lui, e chiede 14 dollari (anche se io capisco 40 dollari, ma tra me e Angelo quello che parla l’inglese è lui, quindi mi convinco di aver capito male) però precisa che possiamo liberarne una sola.

Mi dispiace molto per Angelo ma io avrò sicuramente la mia tartaruga da liberare!! smile

 

 

 
Andiamo in spiaggia, che tra l’altro è spettacolare, lunghissima e deserta, e attendiamo le cinque e mezza, orario stabilito per il rilascio. Quando ci raggiunge io torno all’attacco, gli chiedo se ci concede la seconda tartaruga, naturalmente gli dico che siamo disposti a pagare il doppio. 

Lui, vista la mia insistenza (e il generoso gesto) cede, ma a quel punto la cifra è chiara, mi chiede “un’offerta” di 80 dollari!! 

Ma siamo matti????

Angelo sbarra gli occhi ma ha già la mano sul portafogli quindi intervengo io!!
Inizio a piagnucolare di brutto e ripetere ad oltranza la parola “please” sfoggiando i migliori occhi a panda che posso fare.

Alla fine ha funzionato, ci lascia le due tartarughine per circa 20€, e io sono troppo felice.


Il sole sta tramontando, lasciamo le due piccole tartarughe sulla sabbia e dopo qualche minuto di esitazione iniziano la loro corsa verso l’oceano.
E’ straordinaria questa cosa! Per alcuni minuti sembravano disorientate, come stordite, ma poi all’improvviso iniziano a sgambettare e sanno esattamente dove devono andare. Il richiamo della libertà è troppo forte!! (a me piace pensarla così)

La prima onda le travolge, risbucano dall’acqua e iniziano a nuotare fino a scomparire dalla nostra vista.
Mi sento un po’ come una mamma preoccupata della sorte del figlio quando lascia casa (Mamma ora capisco cosa hai provato!!!)

 

 


Sono felice, felice come non mai!! Penso di aver fatto una cosa bellissima. La mia euforia è tangibile, cammino a dieci metri da terra e sento il bisogno di condividere con tutto il mondo questo momento!!

Non so perché, ma prendo in mano il cellulare e mando un messaggio a tutta la bacheca di whatsapp (non proprio tutta ovviamente) per informare i miei amici della mia esperienza e spammo foto su tutti i social possibili e immaginabili! Non so spiegarvi, ma è stato proprio un bisogno.

Questa giornata è stata memorabile, credo proprio che non la dimenticherò mai!!

 

 

 

 

Ultima modifica il Venerdì, 26 Febbraio 2016 00:00
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Deborah & Angelo, classe’80, romani, compagni di vita e di viaggio, abbiamo l’Africa nel cuore ma in Asia ci sentiamo a casa. Amiamo i viaggi “zaino in spalla”,  lo street food in giro per il mondo e catturare attimi con ogni strumento che la tecnologia mette a disposizione. Abbiamo creato Appuntidiviaggio.net nel 2005 dopo un viaggio nell'isola di Bali, dal quale siamo tornati letteralmente affetti dalla sindrome di wanderlust e da allora continuiamo a raccogliere e condividere qui  le nostre esperienze di viaggio.

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